Ad osservarli in volo, l’uno vicino all’altro, fanno quasi ridere, tanta è la differenza di stazza.
Il gracchio alpino Pyrrhocorax graculus letteralmente scompare nel confronto con il gipeto Gypaetus barbatus che volteggia ad ali spiegate.
Se pensiamo poi che il piccolo corvide sta intenzionalmente cercando di disturbare il grande avvoltoio per allontanarlo, allora l’impresa non può che apparire decisamente comica.
Uno pensa: no, non ce la farà mai, cosa potrebbe lui, così minuto, contro un gigante di 280 cm di apertura alare?
In natura sono proprio i piccoli uccelli, – anche se di solito riuniti in gruppi numerosi -, ad effettuare il mobbing, cioè l’azione di disturbo contro i grandi rapaci diurni e notturni. Lo scopo è quello di allontanare una potenziale minaccia o un competitore per il cibo.
Pure in questa occasione c’erano diversi gracchi che cooperavano,- volando attorno al gipeto e accennando alcune picchiate-, anche se nell’inquadratura se ne vede solo uno.
Il gipeto, anzi i gipeti perché erano due adulti che volavano – con mia grande soddisfazione – davanti al teleobiettivo, non sembravano granché preoccupati dei gracchi.
Continuavano indifferenti a perlustrare l’area esibendosi in volteggi e planate, mentre gli ultimi bagliori della luce serale accarezzavano le loro sagome slanciate e mettevano in risalto la straordinaria perfezione del disegno e la bellezza del loro piumaggio contro lo sfondo scuro della valle, già raggiunta dalle prime ombre della sera.